A Magenta tutti in campo per la ripresa
Scritto da La Redazione il 11/05/2020
Avviato il confronto con le parti per programmare il rilancio del territorio
A Magenta, per iniziativa dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Chiara Calati, si è tenuto il primo tavolo di coordinamento tra le parti sociali, i rappresentati delle associazioni di categoria per pianificare gli interventi necessari al rilancio territorio e dare una risposta concreta alla crisi causata dall’epidemia di Covid-19. All’incontro ha partecipato i rappresentanti di Assolombarda, API, Confcommercio, Confartigianato, Cgil, Cisl, Uil e il consigliere regionale Luca Del Gobbo.
Sono emersi spunti significativi di riflessione e una fotografia della città di Magenta e del suo tessuto economico e sociale determinato da questi mesi di emergenza. Emiliano Masperi e Simone Ganzebi, rispettivamente vicepresidente e segretario della Confcommercio di Magenta e Castano Primo, hanno evidenziato che le difficoltà maggiori sono dettate dalla mancanza di liquidità e dalla difficoltà di pagamento degli affitti a fronte di 2 o tre mesi di chiusura.
Secondo i dati forniti dall’associazione di categoria 1 commerciante su 5 non riaprirà, mentre 1 su 6 proverà a farlo, ma non è detto che ci riesca e valuterà l’andamento del primo mese di riapertura. Un aiuto concreto per limitare i danni al settore del commercio potrebbe arrivare dall’abbattimento e dalla sospensione di imposte e tributi. Fondamentali anche gli ammortizzatori sociali per le famiglie e i dipendenti.
Assolombarda, per voce del presidente di zona Umberto Cereghini, ha sottolineato che la situazione non è certo facile e la cassa integrazione sarà necessaria anche per tutto il prossimo mese. Una nota di positività è data dal fatto che circa un’azienda su 4 continua e ha continuato a lavorare almeno al 15-30% delle proprie potenzialità, con un grado di utilizzo di smart working tra il 12% e il 15%. Le difficoltà arrivano anche dal mercato con consegne e vendite spostate in là nel tempo. Emerge la forte necessità di riaprire al più presto le imprese in grado di garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Per API (Associazione Piccole e medie Industrie) il 60% dei piccoli imprenditori a Magenta non ha mai chiuso, si tratta di quelle imprese con clienti esteri e che hanno avuto una continuità di fornitura e pagamenti. Circa il 50% delle aziende iscritte hanno fatto ricorso all’utilizzo della cassa integrazione, il 20%, soprattutto per gli uffici, ha fatto ricorso allo smartworking. Una delle problematiche principali sollevate da Api è la necessità di far conciliare il lavoro con la vita delle famiglie nelle quali sono presenti anche bambini, suggerendo un’ipotesi di congedo rafforzato.
Confartigianato ha evidenziato la particolare situazione di emergenza vissuta dalle categorie come i parrucchieri, i centri benessere, i centri estetici e tutti i piccoli artigiani, oltre al settore del turismo. Per tutti si pone il problema della mancanza di liquidità in quanto molte di queste piccole imprese sono a conduzione familiare. Il 75% degli artigiani ha fatto ricorso alla cassa integrazione
Le rappresentanze sindacali hanno riportato i dati dell’Altomilanese, dove sono circa 45.000 i lavoratori che hanno necessità di accedere agli ammortizzatori sociali. Ci sono circa 2.500 lavoratori somministrati coperti dalla cassa integrazione e poi ci sono i lavoratori a tempo determinato, gli educatori, i servizi alla persona, gli operatori sociosanitari e sanitari. I protocolli di sicurezza devono essere chiari e immediati.
Il consigliere regionale, Luca Del Gobbo, ha sottolineato l’impegno in Regione per una “sburocratizzazione” delle procedure e per una ripartenza non secondo i codici Ateco, ma in base alla capacità di garantire la sicurezza dei lavoratori.
Il prossimo incontro tra le parti si terrà nella terza settimana di maggio.
Foto di copertina di Luciano Milan