Ecco i dati sull’applicazione della legge regionale
Sono oltre 1500 le richieste di sostegno avanzate da genitori separati o divorziati a Regione Lombardia da giugno 2018 a febbraio 2020. Le misure finanziate hanno riguardato il sostegno al disagio e all’emergenza abitativa e interventi di mediazione familiare, come previsto dalla legge regionale 18/2014 “Norme a tutela dei genitori separati o divorziati, in condizione di disagio” e successive delibere.
Questo il quadro contenuto nella Relazione informativa sugli effetti della legge regionale, illustrata lo scorso 30 settembre da Franco Lucente (FdI) durante la seduta della Commissione consiliare Sanità, presieduta da Emanuele Monti (Lega).
“Il documento esaminato oggi fotografa in maniera nitida la situazione di tante famiglie che stanno ridefinendo il proprio ruolo genitoriale. – ha sottolineato il presidente Emanuele Monti (Lega) – Tra gli spunti maggiormente apprezzabili delle iniziative messe in atto da Regione Lombardia, sulla scorta di quanto previsto dalla legge, vi è sicuramente l’erogazione di contributi finalizzati ad affrontare un bisogno specifico quale il sostegno di tipo abitativo, il disagio economico o quello lavorativo. In questa prima fase, le risorse erogate si sono dimostrate indubbiamente fondamentali per sostenere madri, padri e minori durante un periodo di estrema fragilità. L’obiettivo che ci poniamo e su cui stiamo già lavorando assiduamente è quello di implementare le misure finalizzate al reperimento di alloggi di prossimità rispetto alla dimora dei figli da parte del genitore che non fruisce più della dimora coniugale”
L’identikit delle persone che hanno fatto richiesta di sostegno, rivela che si tratta in stragrande maggioranza di donne (72%), per lo più di età compresa tra i 36 e i 50 anni, con uno o due figli minori, anche adottivi.
“Spiace constatare che ci sia un notevole avanzo di risorse. – ha rimarcato il Vice Presidente del Consiglio regionale, Carlo Borghetti (PD) che è anche componente del Comitato paritetico di controllo e valutazione – Un dato preoccupante perché dimostra che molte persone in stato di bisogno non sono state raggiunte. Auspichiamo dunque che la Giunta svolga un attento monitoraggio della situazione attuale dei bisogni e aggiorni le misure per estendere a tutti i possibili destinatari le forme di sostegno, compresi i genitori single”.
Per quanto riguarda, invece, i bisogni intercettati da sottolineare che il sostegno regionale è passato dal riconoscimento di contributi una tantum generalizzati, come ad esempio contributi per il pagamento di bollette, spese condominiali, affitto o rata mutuo, estinzione di morosità, a contributi finalizzati ad affrontare un bisogno specifico quale il sostegno di tipo abitativo. In particolare, si è cercato di favorire misure per la prossimità dei genitori alla dimora dei figli.